Dopo
la splendida raccolta uscita nell’autunno 2015 (Anthology 2005-2015), ritorna
con un altrettanto profondo, intenso, denso, magico, oscuro, intrigante e nerissimo
album uno dei nomi più interessanti della scena sad-core / apocaliptic folk
europea, nato in Lussemburgo ma con le radici ben piantate in Germania, ecco il
nuovo album di JeROME Reuter.
ROME
The
Hyperion Machine
Il nuovo album
su TRISOL / AUDIOGLOBE – out 26 – 08 – 2016
Le
buone storie hanno sempre un poco di preamboli. Buoni album anche, perché
devono raccontano una (buona) storia. Ecco perché, di tanto in tanto nel mondo
della musica standardizzata, appare un album la cui storia è iniziata ancor
prima della prima nota. Questo è
sicuramente il caso del nuovo lavoro del progetto lussemburghese ROME che fa capo a JeROME Reuter.
Anche
il titolo, “The Hyperion Machine”, si
lascia attraversare tutta una gamma di associazioni. Questa catena si estende
dall'antichità greca tramite il poeta Friedrich
Hölderlin, il drammaturgo Heiner
Müller e fino agli Einstürzende Neubauten.
Facendo
play inizia un percorso, un flusso di suoni e parole, che contrastano tra loro
e si accompagnano che possono sembrare eterni come veloci quanto un battito di
ciglia. Questo nuovo lavoro di ROME è
sfaccettato, stratificato, imponente, epico e si rivela nella sua forza assoluta
con lo scorrere, ad ogni secondo che passa.
Nella
sua forza narrativa, “The Hyperion
Machine” sembra quasi un audio-book. Eppure, la musica si alza da sola.
Tuttavia, ogni volta che l'ascoltatore pone la questione del significato, un
nuovo mondo appare davanti a lui. Non ci sono limiti o istruzioni di ascolto
per le canzoni. Le canzoni di “Hyperon
Machine” faranno da sole, la
magia avvolgerà chi ascolta, mentre i pensieri inizieranno ad aggrovigliarsi
nella testa lasciando il passo solo alle domande che però portano solo ad altre
domande. Come se la conoscenza di oggi dovesse essere obsoleta già domani,
perché le risposte semplici sono solo per populisti e demagoghi.
La
forza sottile con cui Jerome Reuter
ci racconta le sue storie sostituisce tutte le epoche e le categorie. Non c'è
niente che non è consentito in questo lavoro: rock, jazz, elementi verbali
classici e parlati si uniscono per raccontare una storia in 3D, che non solo
penetra nelle orecchie di chi ascolta ma anzi integra il pensiero.
I
soggetti letterari e filosofici sono altrettanto diversi come le influenze
musicali. L'album contiene canzoni con il classico marchio di fabbrica ROME, una miscela di Dark Folk (“The
Secret Germany”, “Celine In Jerusalem”) e Post-industrial-wave (“Transference”,
“Skirmishes For Diotima”). Inoltre, i fan scandinavi saranno felici di scoprire
che l'album contiene anche un duetto (“Stillwell”) con il leggendario cantante
e amico svedese Thåström.
In
molti modi, “The Hyperion Machine” è un disco del tutto normale, eppure è molto
più di questo. Questo disco è una cornucopia d’interpretazioni concrete e
nozionistiche; il commento sensuale sulle origini del presente, al di là del
qui e ora.
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