martedì 21 gennaio 2014

REPTILE YOUTH: è Rivers That Run For A Sea That Is Gone il nuovo disco del duo electro post-punk danese, in uscita l'11 marzo


CON L’OMONIMO DISCO DI DEBUTTO, PUBBLICATO DALLA HFn MUSIC - CHE HA LANCIATO ARTISTI COME TRENTEMOLLER - HANNO CONQUISTATO LE INDIE CHARTS EUROPEE CON SINGOLI COME SPEEDDANCE, FEAR E SHOOTING UP SUNSHINE, SUONATO NEI PIU’ IMPORTANTI FESTIVAL TRA CUI ROSKILDE E AIRWAVES E CONQUISTATO UN POSTO DI RISPETTO NEL PANORAMA DELLO PSYCHO-DANCE–PUNK!

ADORATI DA SPIN, DAZED E CLASH, IL DUO DANESE TORNA IN SCENA CON UN NUOVO DISCO,
RIVERS THAT RUN FOR A SEA THAT IS GONE, IN USCITA L’11 MARZO

TRA POST-PUNK ED ELECTRO CHE RIMANDA A THE RAPTURE, GANG OF FOUR, !!!, WHO MADE WHO, LCD SOUNDSYSTEM, CUT COPY E METRONOMY,  MIXATO DA BRIAN THORN (DAVID BOWIE ,ARCADE FIRE) E MASTERIZZATO DA JOE LAMBERT (ANIMAL COLLECTIVE E THE NATIONAL) IN ARRIVO IL SECONDO LAVORO DI



«Secondo me è difficile che ci sia qualche hit in questo album». Questo è ciò che afferma Mads Damsgaard Kristiansen, cantante e compositore dei Reptile Youth – ed è proprio questa la frase che vorreste sempre leggere all'inizio di un comunicato stampa, no? Ancora di più se l'artista aggiunge: «E va benissimo così». Chiaramente questa frase è presa fuori contesto per attirare l'attenzione, e quindi è assolutamente non vera. Rivers That Run For A Sea That Is Gone, il secondo album dei Reptile Youth, ti cattura immediatamente e durante i 48 minuti e 11 secondi della sua durata ti presenta dieci canzoni che possono facilmente essere classificate come hits. Il disco vi stenderà (River That Run For A Sea That Is Gone), vi colpirà dritti al cuore (Where You End I Begin), vi farà brillare gli occhi (JJ) e a volte (se riuscirete a rialzarvi) vi stravolgerà perfino (All The Noise), un disco che vi farà costantemente desiderare di stare davanti a un palco su cui Mads e Esben Valløe si scatenano. Non è forse questo quello che chiamereste, in tutta onestà, una hit?
Quello che Mads voleva dire è: «Ci piace deludere le aspettative. Il nostro album di debutto era molto pop anche se sapevamo che la gente amava lo spirito punk dei nostri concerti. Negli ultimi mesi ne abbiamo sentite tante, che abbiamo ciò che serve per tirare fuori una hit radiofonica. Quello che volevamo fare stavolta però era registrare canzoni che ci piacciono e soprattutto registrarle dal vivo in studio. C'erano tre o quattro brani che avevano davvero del
potenziale da radio più di qualsiasi cosa abbiamo scritto e registrato fin'ora, ma le abbiamo lasciate fuori intenzionalmente».
Proprio questa attitudine spiega il perché Mads non se la sia presa quando i critici hanno detto che il loro album di debutto non era in grado di catturare l'energia grezza dei loro live. «Non abbiamo mai voluto una cosa simile. Anzi col senno di poi sono pentito di non averlo reso ancora più tranquillo. Così com'è resta una via di mezzo. Siamo comunque contenti che abbia catturato l'attenzione. All'inizio i nostri concerti erano molto lontani dal fare clamore e tutti ci criticavano perché sul palco eravamo punk. Allora ci siamo detti: quale la cosa più punk che possiamo fare? Un disco pop, no?».
Con questi due gentiluomini non vi annoierete. Mads Damsgaard Kristiansen e Esben Valløen, che hanno iniziato la loro carriera nella musica nel 2009 con il nome Reptile & Retard cambiandolo subito in Reptile Youth, non si sentirebbero a loro agio ad essere etichettati, o come spiega Mads: «Vogliamo semplicemente essere qualcosa di più di dieci mp3 sui vostri computer. Ecco perché abbiamo cambiato il nome in Reptile Youth. Ci piacerebbe essere considerati un movimento, una sorta di cornice dentro cui possono accadere molte cose. Reptile Youth non siamo solo Esben ed io, ma anche le persone con cui lavoriamo, quelle che vengono ai nostri concerti, l'arte che si crea intorno a noi». Quest'idea è anche rappresentata dalle numerose collaborazioni nell'album. «L'artwork è stata realizzata dal fotografo sudafricano Roger Ballen, che molti conoscono per il suo lavoro con Die Antwoord. In studio abbiamo lavorato con Jens Benz e Simon Kuttauer,  apprezziamo molto il loro lavoro. Jens è uno dei produttori più stimati in Danimarca al momento, tutti i migliori dischi punk danesi del momento sono prodotti da lui – il nuovo di Iceage ad esempio. Mentre Simon è un nostro grande amico. Fa anche parte dei Broke, con cui siamo andati in tour in passato».
Al missaggio dell'album c'era Brian Thorn, che si è anche occupato di dischi come “The Next Day” di Bowie e “The Suburbs” degli Arcade Fire. Il master è stato fatto da Joe Lambert, che vanta un portfolio in cui si possono trovare tra gli altri “Merriwether Post Pavillion” degli Animal Collective e “High Violet” dei The National.
Ma ci sono molti altri modi oscuri per entrare a far parte dell'universo Reptile Youth. Nel loro album di debutto, pubblicato nel 2011 dalla rinomata HFn Music (la stessa che ha lanciato artisti come Trentemøller e Kasper Bjørke) e prodotto da Dave M. Allen (già al lavoro con Cure, Huma League, Sisters Of Mercy e noto per le sue produzioni con Lady Gagae Hot Chips) una giovane poetessa che Mads conobbe in Cina in occasione della data inaugurale del tour, si è improvvisamente ritrovata ad essere la protagonista di Be My Yoko Ono. JJ, il primo singolo di Rivers That Run For A Sea That Is Gone, si distingue per le liriche. «C'è un ragazzo le cui iniziali sono JJ. Da quando aveva 22 anni è dipendente dalle droghe, fuma eroina. È un nostro fan da molto tempo. In qualche modo ha scoperto il nostro indirizzo email e ha iniziato a scrivermi. Email sgradevoli, brutali e bellissime al tempo stesso. È come un bambino, scrive senza filtri qualsiasi cosa gli passi per la mente. Ci siamo scambiati email per un po' e ad un certo punto mi ha detto che il periodo più lungo che ha trascorso senza assumere droghe è stato otto giorni. Era di buon umore in quel momento e voleva superare il suo personale record. Gli ho promesso che se ci fosse riuscito avrei scritto una canzone su di lui. Alla fine è rimasto pulito per dodici giorni durante i quali ci scrivevamo ogni giorno. Ecco perché c'è una canzone che si chiama JJ in cui uso anche alcune frasi della nostra corrispondenza». Il contrasto tra composizioni simili ad inni con potenti chitarre su linee di basso funky e i testi oscuri colpiscono l'ascoltatore in modo duraturo. JJ sarà pubblicata a Febbraio, insieme ad una versione remixata da Trentemøller che dà al brano un timbro ancora più scuro.



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